Moda & Costume

Pop Art

La Pop Art è una corrente artistica della seconda metà del XX secolo che deriva dalla parola inglese "popular art", ovvero arte popolare. Nel mondo contemporaneo, la Pop Art considera superato il concetto di arte come espressione dell'interiorità,dello studio dell'individuo, dell'istintività, propria, ad esempio, dell'Espressionismo astratto... Esempi come bottiglie, lattine, rivistee molto altro sono oggetti conosciuti da tutta la società dei consumi, grazie alla pubblicità che li rendeva delle immagini stampate nella società di quegli anni. Elevando questi oggetti (e utilizzando immagini della TV, del cinema, dei personaggi famosi...) a delle vere e proprie opere d'arte, la Pop Art riusciva quasi sempre a percepire questi stimoli.

I nomi delle persone che molto spesso vengono associate al concetto di Pop Art sono davvero numerosi (si parla di circa sessanta artisti), ma all'interno di questa sezione, proverò a descrivere coloro che hanno permesso di delineare al meglio questa corrente artistica grazie alle loro creazioni ed invenzioni.

Tra di questi ci sono Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, James Rosenquist, Keith Haring...

Andy Warhol è forse l'artista più influente del XX secolo. È stato un pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, attore, sceneggiatore ma soprattutto figura centrale della Pop Art. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva più volte la stessa immagine alterandone i colori; anche quella di personaggi famosi, o di oggetti come lattine di coca-cola, zuppe Campbell...

Roy Lichtenstein creò nel 1961 le prime opere, utilizzando immagini tratte dai cartoni animati e applicandovi delle tecniche ispirate alle tendenze delle pubblicità commerciali del momento. Il clima di fiducia si contrapponeva al pessimismo precedente di origine esistenzialista,e le immagini di fumetti proposte da Lichtenstein sembrano rispecchiare l'esigenza di circondarsi di immagini nuove...

Protagonista della Pop Art, Claes Oldenburg ha elaborato in dipinti e sculture (spesso in scala gigante) tematiche legate alla civiltà dei consumi, e soprattutto al cibo. Questo, si carica, nelle opere di Oldenburg, di un significato di orrido, perché viene svalutato del suo ruolo primario e ridotto a prodotto commerciale. La tecnica adottata è approssimativa: gli oggetti che egli riproduce sono modellati senza troppa attenzione e dipinti alla svelta, lasciando spesso evidenti colature di colore.

James Rosenquist è stato tra i più significativi esponenti della Pop Art americana. Un'evidente esperienza di surrealista e di cartellonista sono alla base delle opere di Rosenquist, che si spiegano generalmente in una successione di immagini che si pongono come commento e critica della società americana. La sua ricerca è segnata anche da una continua sperimentazione tecnica, dall'olio su tela e su alluminio ai supporti trasparenti, alle più sofisticate tecnologie di stampa...

Keith Haring è stato un artista americano, grafico, pittore e scultore negli anni Ottanta. Egli sperimentava varie tecniche e materiali nei dipinti, ma il suo mezzo espressivo privilegiato rimarrà sempre il disegno; il suo stile è caratterizzato da un'infinita ripetizione di figure e personaggi stilizzati e contornati in nero, ed infine colorati con colori vivaci e luminosi. Haring ha dipinto i suoi murales più famosi a Berlino, a New York e in altre città importanti...

_Benedetta N.

Walt Disney


il 5 dicembre del 1901 nasce un uomo, un uomo che ha cambiato la vita di milioni di bambini, facendoli divertire, e a volte anche emozionare, sto parlando di Walter Elias Disney, ovvero l'inventore di Topolino.

Walt nasce a Chicago, successivamente la sua famiglia si trasferisce in Missouri, lì lui e la sua famiglia, lavorano duramente, forse è anche per questo motivo, che i suoi futuri cortometraggi/film rappresenteranno "la bella vita".

Dopo 8 anni la sua famiglia è costretta a vendere la fattoria e a trasferirsi in Kansas;

Inizio guerra Disney, stufo della sua povera vita, decide di arruolarsi nel esercito.

Walt grazie a un lavoro in un'agenzia pubblicitaria, conosce Ubbe Iwerks, bravissimo disegnatore, che lo aiuterà successivamente a segnare la storia che noi oggi conosciamo.

Grazie anche all'aiuto del fratello Roy, riesce ad investire i suoi guadagni costruendo uno studio, dove realizza vari capolavori tra cui il famosissimo Topolino.

Qualche tempo dopo le cose inizino ad andare male, la Universal, apperteneva alla Winkler, successivamente, quando si sposò cedette il suo posto al marito, che, si era appropriato del coniglio creato da Disney "Oswald", messi alle strette Walt e Ub decisero di creare un altro personaggio, accorciando le orecchie e aggiungendo una coda al coniglio creato in precedenza, ne uscì fuori un topo, quello che oggi chiamamo topolino, in inglese, Mickey Mouse.

Da quel momento inizia la sua scalata al successo, ne seguiranno 33 oscar, il primo nel 1932 per il film "flowers and trees" negli anni '30 produce il suo primo grande classico "biancaneve e i sette nani". Inizio anni '40 apre i suoi primi studios in California, a Burbank.

Siamo nel 1955 e Disney decide di lanciare un nuovo progetto ovvero "Disneyland".

Si spegne una grande stella, che in realtà non smetterà mai di brillare, il 15 dicembre 1966.

"Da oggi il mondo è più povero".

-cit. Ronald Reagan

_Letizia D.

New Hollywood

Indica il periodo di "rivoluzione" del cinema statunitense tra gli anni '60 e '80.

Nonostante gli altri credi, questo rinnovamento nacque con la crisi che sorprese Hollywood negli anni '60. Questa crisi fu causata dal crollo del pubblico e dalle critiche dei nuovi temi importati dall'Europa, come la commedia all'italiana, la Nouvelle Vogue e altri.

La rivoluzione nacque grazie all'uscita di un nuovo film nel '67, The Graduate (Il Laureato), diretto da Mike Nichols, ma anche grazie al Gangster Story, diretto da Arthur Penn.

Entrambi i film introdussero temi caratterizzanti la Nuova Hollywood che ebbe come obiettivo principale renderli espliciti, ovvero la sessualità, i nuovi modi di intendere il rapporto d'amore, la difficile condizione della donna nella società, il razzismo, la guerra e l'uso più spesso del turpiloquio, cioè il linguaggio volgare.

Questa rivoluzione influenzò anche i registi che ottennero il completo controllo sui propri film, tra i più famosi possiamo citare Woody Allen, Steven Spielberg (il quale approfondì attraverso i film, il genocidio ebreo grazie alle sue origini) e Francis Ford Coppola.

Dal punto di vista attoriale possiamo dire che le attrici presero più possesso della propria forza senza però mancare di femminilità, come Maryl Streep, Jane Fonda, Glenn Close e Diane Keaton, gli attori invece, cominciarono a mostrarsi più "uomini semplici" con varie problematiche, alcuni dei più importanti sono Robert De Niro, Robert Redford, Al Pacino e Dustin Hoffman.

Anche i generi si rinnovarono, venne introdotto un violento western, un poliziesco più realistico, il dramma urbano che narrava le situazioni urbane, il fantascienza divenne più allegro e surrealistico, i musical più cupi e rinunciarono al 'happy end' mentre il film di guerra si unì alla commedia.

Il film che segnò l'inizio della fine di questa rivoluzione fu Lo squalo diretto da Spielberg, lo seguirono poi Il toro scatenato dell'80 e I cancelli del cielo dell'81, di Michael Cimino.

E con questi si concluse l'obiettivo di questa rivoluzione, fornire ossigeno a un cinema in profonda crisi, il giro di intrattenimento, di divertimento, di cultura finì per chiudersi, e con esso la Nuova Hollywood ritornò ad essere la vecchia Hollywood di sempre.

_Ioana C. M.

Neorealismo

Il Neorealismo nasce nel secondo dopoguerra come riscatto dopo il tragico avvenimento. Questo periodo è stato per l'Italia di maggiore splendore, dopo una grande caduta c'è un grande salita, l'Italia si stava rialzando.

Il Neorealismo si manifesta anche nel cinema e registi come Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti e Giuseppe De Santis diventano i così detti "registi del neorealismo" producendo film che ora sono dei classici Italiani. Le caratteristiche del neorealismo cinematografico sono la volontà di rappresentare l'italia vera, non solo raccontando delle storie, ma dando un importanza in più al paesaggio che circonda gli attori, facendo sì che l'ambiente diventasse il vero protagonista. Nei film Le rovine della città in Paisà e in Germania anno zero di Rossellini o la terra riarsa e il mare di Sicilia nella Terra trema (1948) di Visconti il paesaggio riempie il ruolo più importante, nel tentativo di offrire un'immagine diversa e più vera di un paese che usciva dalla dittatura e dalla guerra. Se prima i film venivano registrati solo in studio ora i registi trasportano lo studio in strada e nei campi con troupe ridotte all'essenziale e con attori spesso non professionisti per autenticizzare sempre di più le scene dei film.

Anche nella letteratura il neorealismo ebbe la sua influenza. Come nei film il bisogno degli scrittori era raccontare storie vere dei comuni cittadini influenzati dal difficile dopoguerra. Il linguaggio era tendenzialmente chiaro e comunicativo proprio per rendere più autentiche le storie raccontate; gli scrittori si rifiutavano di scrivere le cosiddette pagine ben scritte che andavano di moda negli anni venti e trenta. La letteratura era basata non su "opere di svago" ma su libri che facessero prendere coscienza della situazione attuale di quel tempo. Da qui nascono una serie di iniziative non strettamente letterarie, ma culturali: vennero fondate alcune riviste come "il Politecnico" di Elio Vittorini. Lo stesso Vittorini fu insieme a Cesare Pavese tra i più influenti collaboratori della casa editrice Einaudi di Torino e diresse un'importante collana di narrativa, "I Gettoni", in cui furono pubblicati molti titoli neorealisti.

Il neorealiosmo aprì nuovi fronti per gli anni sucessivi, un modo nuovo di produrre film, scrivere in modo diverso, nuove iniziative interessanti, ma soprattutto i lettori dei libri neorealistici e gli spettatori dei film si possono immedesimare in un epoca dura e violenta e capirte meglio come si sono svolte le cose in quell'epoca brutale.

_Letiza De Riz

Moda

Durante gli anni '60 iniziarono a farsi strada stivali al ginocchio verniciati, calze lavorate e vestiti scampanati. La forte contrapposizione tra colori psichedelici e vivaci e trucco pulito e delicato, crea un equilibrio perfetto, fatto vacillare solo dagli occhi per i quali vige la regola del non è mai abbastanza. L'adolescente diventa musa dei più grandi artisti dell'epoca, diventa segno riconoscibile di quelli che sono stati gli anni'60. Il cambio fu così radicale per il mondo della moda che, per molto tempo, non vi saranno novità più sorprendenti. Dobbiamo infatti a Stecchino Hornby l'introduzione delle modelle magrissime e del taglio dei capelli corto più aggressivo, sintomo di libertà dall'oppressione socio-culturale. Non si dimentichi però che questo è il tempo anche degli hippy, nati sulla scia della Beat Generation, sperimentazione di droghe leggere ed abbigliamento all'insegna dei fiori. Non a caso questa epoca viene riconosciuta in tutto il mondo come il periodo di maggiori sconvolgimenti sociali, che inevitabilmente riguardano anche i costumi del mondo. L'abbigliamentoindossato dai giovani esprime alla perfezione il mood di una decade che ha cambiato per sempre la storia dell'umanità, con le sue contraddizioni, le sue rivoluzioni, i suoi capisaldi e il suo stile mai banale. La storia della minigonna inizia nel 1963. La mini è diventata subito un simbolo della rivoluzione degli anni '60. La sua creatrice è la stilista Mary Quant londinese, la indossa la modella Twiggy: prima top model teen- ager ritratta anche dalla neonata macchina Polaroid. Nata a Londra nel 1934, Mary Quant dal 1955 aveva aperto nella capitale anglosassone la boutique Bazaar in Kings Road, fondando uno stile giovane, ribelle e democratico. Dopo il 1964 l`abbigliamento femminile non sarà più lo stesso. Le gonne corte imporranno stivali alti di vernice, nuove calze dette collant e una rivoluzione della biancheria.

_Vanessa P. & _Monica L.

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